IL DISTURBO DA ATTACCHI DI PANICO
Il disturbo da attacchi di panico fa parte dei disturbi d’ansia, tipologia di disturbi che stanno sempre più consistentemente caratterizzando il nostro millennio.
La conoscenza e l’informazione possono permettere all’individuo di saper meglio fronteggiare il riscontro di questa patologia, imparando a riconoscerla in sé o negli altri e sapendo cosa fare nel caso essa entri a far parte della sua realtà.
Gli attacchi di panico sono momenti, la cui durata può variare normalmente dai 10 ai 30 minuti, in cui l’individuo sente una improvvisa ed intensa paura o un rapido aumento dell’ansia già presente in quella giornata.
A queste forti emozioni si aggiungono anche sintomi di tipo fisico e cognitivo che possono variare da persona a persona tra questi possiamo trovare:
- forte sudorazione
- sensazione di nodo alla gola
- sensazione di mancanza d’aria
- difficoltà nel respirare
- palpitazioni
- dolori al petto (a volte scambiati per attacco di cuore visto che possono essere associati a dolore ad un braccio)
- nausea
- vertigini
- paura di morire o di impazzire
- vampate di calore
- brividi
- coliche intestinali
- formicolii intorpidimento
- Sensazioni di derealizzazione ( il mondo viene percepito come strano, irreale e distante)
- depersonalizzazione (sensazione di distacco o estraneità dai propri pensieri o dal proprio corpo)
- pensieri catastrofici
Il primo attacco di panico normalmente é totalmente inaspettato e improvviso; i soggetti che lo hanno provato lo descrivono come una esperienza terribile e spaventosa per la quale molti di loro testimoniano di essersi recati al pronto soccorso. Successivamente possono diventare più prevedibili.
L’evento traumatico fa nascere nel soggetto la paura di un nuovo attacco e questo pensiero via via diventa invadente.
Infatti è proprio la paura della paura che può trasformare quel primo e unico attacco nel vero e proprio disturbo da attacchi di panico caratterizzato dal ripetersi nel tempo di questi episodi.
Con il tempo la paura degli attacchi può portare a una sensazione d’ansia, chiamata agorafobia, verso tutti quei luoghi o quelle situazioni dalle quali risulterebbe difficile o imbarazzante allontanarsi, o nelle quali potrebbe essere impossibile ricevere un aiuto nel caso di un attacco.
Si arriva a sentire l’esigenza di essere sempre accompagnati, di evitare viaggi in treno, in macchina, in aereo, in autobus, di evitare stare in mezzo alla folla o in coda e per i più giovani di stare in classe a scuola per paura di non avere il permesso di andare in bagno o la vergogna di stare male davanti ai coetanei.
Da qui inizia la schiavitù degli attacchi di panico che portano il paziente ad evitare tutte le situazioni potenzialmente ansiogene costringendo spesso tutti i familiari ad adattarsi alla situazione, non lasciandolo mai solo e accompagnandolo ovunque, con l’inevitabile senso di frustrazione che ne deriva che può portare a depressione nel soggetto.
Il non riconoscimento della patologia in alcuni casi può portare il soggetto a fare numerosissime visite mediche nella ricerca del riconoscimento di un disturbo patologico di tipo fisico al quale si possano ricondurre tutti i sintomi da esso privati.
Il disturbo da attacchi di panico è come un rampicante, più passa il tempo più ha modo di coinvolgere e invalidare un maggior numero di ambiti della vita di quella persona entrando così dopo anni a fare parte della “normalità” dolorosa di quell’individuo. Risulta quindi fondamentale rivolgersi ad uno specialista il prima possibile in modo tale che la remissione risulti più rapida e meno difficoltosa.
Con la psicoterapia ipnotica neo-ericksoniana il terapeuta promuove un cambiamento nella sintomatologia espressa dal paziente, non suggerendo soluzioni dettate dalle proprie credenze personali o da indicazioni standardizzate di un modello teorico psicoterapeutico, ma attraverso l’utilizzazione delle risorse individuali e personali del suo paziente accompagnandolo al di fuori della situazione problematica che sta vivendo.
“Non c’è nulla di più delizioso di piantare semi di fiori e non sapere che tipo di fiori cresceranno.” ( Milton Erickson)