Essere genitori è da sempre uno dei compiti più difficili dell’individuo. La genitorialità risulta essere una capacità assai complessa, che coinvolge sia aspetti individuali, sia aspetti di coppia. A seconda dell’età dei figli, le modalità comunicative e interattive e i compiti da svolgere, saranno sempre diversi, per questo il genitore dovrà essere in continua evoluzione, rivisitando il proprio stile educativo e affrontando in modo funzionale i cambiamenti.
Sin dalla nascita il bambino cresce e si evolve all’interno delle relazioni, sintonizzandosi sugli stati emotivi delle figure parentali.
Cure genitoriali responsive e sensibili, cioè la capacità da parte dei genitori di capire le caratteristiche, i bisogni e i segnali del bambino e la relativa prontezza e adeguatezza di risposta, risulta essere un fattore fondamentale per uno sviluppo positivo. Il bambino potrà così crescere nel benessere e nell’autonomia, sentendosi protetto e sicuro, riponendo fiducia nelle figure parentali.
Lavorare sulla genitorialità permette di favorire la comprensione dello sviluppo del bambino, offrendo strumenti utili ai genitori per affrontare le diverse esperienze e problematiche che caratterizzano il percorso di sviluppo dei figli, sensibilizzandoli sui fattori di rischio e di prevenzione e promuovendo competenze relazionali ed emotive.
Uno dei periodi più difficili della crescita è l’adolescenza, fase della vita caratterizzata da profondi cambiamenti sia dal punto di vista fisico, che dal punto di vista emotivo e comportamentale.
Da sempre i divari generazionali portano ad incomprensioni e i cambiamenti alla necessità di un adeguamento. La spinta verso l’indipendenza del nuovo adolescente, unita ai cambiamenti ormonali, porta i ragazzi a sperimentare emozioni e situazioni nuove, che però a volte portano a sensazioni di sconfitta e di delusione, ciò provoca repentini cambi di umore e di atteggiamento.
L’adolescente quindi oscilla dalla sicurezza e la forza, alla fragilità e l’insicurezza. Le discussioni tra genitori e figli in questa fase di transizione risultano frequenti. I genitori spesso si sentono rifiutati, ma questo rifiuto apparente permette l’acquisizione da parte del figlio della propria identità e quindi di un ingresso positivo nell’età adulta.
Nelle famiglie dove nell’infanzia e nella fanciullezza del figlio è stato creato un clima di collaborazione e di rispetto reciproco, questa fase risulta sicuramente più serena e con una conflittualità notevolmente più bassa.