APPROFONDIMENTO
Anche se comunemente la storia dell’ipnosi viene considerata dal XVIII secolo, con F. A. Mesner, le sue vere origini sono ben più remote: l’analisi dei reperti archeologici e l’osservazione dei popoli primitivi contemporanei ci mostrano infatti come già nella preistoria venissero prodotti fenomeni sostanzialmente simili a quelli oggi ritenuti tipici dell’ipnosi. I sacerdoti e gli stregoni di molti popoli primitivi praticavano vere e proprie forme, pur se rudimentali, di ipnoterapia: attraverso particolari musiche e danze veniva indotto una sorta di « magico sonno », durante il quale apparivano improvvise visioni, il dolore poteva essere mitigato e gli effetti spiacevoli dimenticati. Riti cerimoniali di questo genere erano assai diffusi e ne abbiamo testimonianza per quasi ogni popolo primitivo; i documenti più interessanti si riferiscono ai profeti di Baal, citati nel Vecchio Testamento ebreo, ai sacerdoti celtici dell’Antica Britannia, i Druidi, e a quelli greci dei templi di Esculapio.
L’associazione dell’ipnosi con la magia e col soprannaturale durò a lungo, ostacolando seriamente lo studio scientifico di tali fenomeni; di tale legame ancor oggi, almeno nella concezione popolare, sono rimaste visibili tracce.
Nei numerosi corsi e ricorsi della storia dell’ipnosi risalta la costante del sintomo del “dolore”, un segnale permanente nella natura dell’uomo che, dall’epoca della sua apparizione sulla terra sino ad oggi, incombe su di lui con la sua presenza e con la sua minaccia, senza che vi sia una accettazione spontanea e completa. Le manovre ipnotiche manipolative attuate dai guaritori, dai magnetizzatori e dagli ipnotizzatori, erano cercate ed accettate nei loro significati nascosti e sconosciuti, attraverso rituali che riuscivano ad acquietare il sofferente e a fargli tollerare quel sintomo altrimenti insopportabile e devastante.
Nei secoli successivi, filosofi e scienziati di valore, quali Ficino, Paracelso, Pomponazzi, Bacone, si interessarono dell’ipnotismo, lasciando nelle loro opere alcune isolate riflessioni e giudizi. Ma il primo, concreto tentativo di ricondurre nell’ambito delle dottrine scientifiche tali fenomeni psicologici e fisiologici, sino allora relegati nel regno della mistica e della magia, si ebbe solo nel XVIII secolo, con Franz Anton Mesmer (1734-1815). L’incontro dell’ipnosi con il sintomo del dolore ha rappresentato spesso lo stimolo per la ripresa della pratica terapeutica nelle diverse epoche, e poiché i tipi di dolore più diffusi e maggiormente conosciuti erano, e sono in parte ancora oggi, quello della patologia dentaria e quello del parto, gli operatori più di altri interessati sono stati i dentisti e gli ostetrici, solo più tardi seguiti dai chirurghi e da altri.
Durante la seconda guerra mondiale i servizi sanitari militari di entrambi gli schieramenti, ma in modo particolare quelli anglosassoni, miravano ad usare l’ipnosi nelle operazioni di pronto soccorso, nelle medicazioni di ferite, nelle ustioni e nelle amputazioni urgenti, e i relativi vantaggi apparivano soprattutto nei momenti nei quali, per bisogno o per scelta, era necessario ricorrere a calmanti e analgesici talvolta mancanti negli ospedali da campo.